Oggi la pallavolo è un fenomeno mondiale, popolato da atleti spaventosi.
Manzi atomici in maglietta aderente scoppiano il pallone nei tre metri. Gazzelle con fisici da urlo sfidano le leggi della fisica con le loro difese e i loro schemi elaborati.
Eppure non è stato sempre così. C’è stato un tempo pionieristico in cui non era ancora chiaro cosa farne di questo sport. Si giocava un po’ alla spera in Dio, col solo obiettivo di buttar la palla al di là della rete, un po’ come facciamo noi sui prati a Pasquetta coi nostri amici impediti.
Ecco 10 bizzarre curiosità sulla storia della pallavolo che, per quanto possano sembrare assurde, hanno contribuito a far divenire il nostro sport lo spettacolo planetario che è oggi.
1 – Si chiamava Mintonette
Ebbene sì. In origine, prima di chiamarsi Volleyball, al gioco della pallavolo era stato affibbiato il virilissimo nome di Mintonette. Roba che trasuda agonismo da tutti i pori.
A battezzarla così fu il suo inventore, il professore di educazione fisica statunitense William Morgan. La prima esibizione avvenne negli Usa il 9 febbraio del 1895. Alla partita d’esordio parteciparono alcuni insegnanti; i capitani erano il sindaco del paese e il capo dei pompieri.
2 – Il numero di giocatori era illimitato
Inizialmente non c’era limite al numero di persone che si potevano lanciare nel campo di gioco: il risultato era spesso una bolgia incredibile, in cui si vibravano mazzate casuali a pallone, denti e zigomi dei compagni.
Prima i giocatori vennero divisi in tre linee: una a rete, una nel mezzo e uno in fondo al campo. Poi queste linee divennero definitivamente due.
3 – Ci si poteva passare la palla all’infinito
La fondamentale regola dei 3 tocchi è stata ufficialmente inserita solo a partire dal 1914. Prima di allora il numero di tocchi possibili era illimitato.
Durante un torneo nelle Filippine, i componenti di una squadra si passarono il pallone tra loro 52 volte prima di tirarlo oltre la rete. Il comitato pallavolistico locale fu quindi costretto a inventare uno stratagemma per scongiurare quel delirio. Ed ecco nascere la regola.
4 – Fu esportata in Europa con le Guerre Mondiali
Può sembrare assurdo ma è così: a esportare la pallavolo nel Vecchio Continente furono i soldati americani in occasione delle due Guerre Mondiali.
Le Aef distribuirono alle truppe oltre 16 mila palloni per giocare durante i numerosi momenti di pausa tra le operazioni militari. Alle partite a volte prendevano parte le popolazioni locali, che finirono per venirne contagiate.
5 – La schiacciata è stata inventata nelle Filippine
Alle Filippine il gioco della pallavolo ebbe subito un successo incredibile. I campi spuntarono come funghi in ogni angolo delle isole. Si deve ai filippini l’introduzione del colpo diventato poi il simbolo del nostro sport: la schiacciata.
In origine si chiamava “bomba” e l’attaccante era definito “bomberino“. Come mai questo meraviglioso nome non sia giunto fino ai giorni nostri è un mistero che si fa fatica ad accettare.
6 – Veniva giocata nei campi di prigionia
I libri di storia tendono a glissare su questo particolare aspetto ma durante il secondo conflitto mondiale, quando il Giappone dichiarò guerra agli Usa, la popolazione giapponese che viveva negli Stati Uniti venne confinata in campi di prigionia.
Alcune di queste strutture carcerarie erano dotate di attrezzature sportive per passare il tempo. Esistono testimonianze fotografiche di partite di pallavolo disputate, ad esempio, nel campo di Manzanar in California.
7 – Fu inserita alle Olimpiadi nel 1964
All’esordio della pallavolo alle Olimpiadi (disputate a Tokyo) le medaglie d’oro furono conquistate dalla Russia nella competizione maschile e dal Giappone in quella femminile.
Ovviamente il Giappone guidato da Mimì Miceri e, anni dopo, da Mila Hazuki.
8 – Le partite erano potenzialmente eterne
Attenzione: questi ultimi paragrafi sono dedicati soprattutto ai più giovani. Ai lettori “esperti” sembreranno un’ovvietà.
Il sistema odierno con cui si gioca a pallavolo è conosciuto come rally point system, ovvero ogni azione vale un punto, ma la sua introduzione è relativamente recente (tra il 1998 e il 2000).
Fu inventato per poter trasmettere la pallavolo in televisione. Con il sistema precedente (cambio palla) si poteva conquistare il punto solo durante il turno di battuta della propria squadra e non quando la battuta era in mano all’avversario. Questo rendeva le partite, soprattutto quelle molto equilibrate, potenzialmente infinite.
9 – Non esisteva il libero
Il libero è, in ordine di tempo, l’ultimo ruolo inserito nei regolamenti dalla Federazione internazionale. Il tizio con la maglia diversa ha fatto la sua comparsa nel 1997. Prima di allora ai centrali (ebbene sì) toccava anche il giro dietro, compreso di ricezione e difesa.
Curiosamente, il termine “libero” è invariato in tutte le lingue del mondo.
10 – Cambierà ancora
Il Volley fino a oggi ha subito numerosi mutamenti nel regolamento. Non dovremo sorprenderci quindi quando il nostro sport preferito verrà nuovamente rivoluzionato, per adattarlo alle nuove generazioni (o a esigenze televisive).
Tutto è infatti secondario se a sopravvivere sarà lo spirito del gioco di cui ci siamo innamorati, in cui «la squadra conta mille volte più del singolo».
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